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LE BUONE PRATICHE DELLA QUALITA'. ABSTRACT, ESEMPI E DOCUMENTI

Il progetto Q4ECEC vi mette a disposizione, in questa fase successiva agli eventi organizzati in Puglia, Sicilia, Campania e Calabria e ai relativi laboratori, la possibilità di confrontarvi con buone pratiche e l’opportunità di illustrare le vostre esperienze. Un doppio momento di confronto e di arricchimento sui temi dell’educazione alla prima infanzia. Proprio perché questo lavoro è pensato per fornire uno spazio di confronto, vi invitiamo caldamente a condividere le vostre buone pratiche nel Wikispace. Le buone pratiche che ci saranno segnalate, saranno raccolte nella newsletter conclusiva del progetto. 

Cominciamo con alcune buone pratiche...
Ne indichiamo, prima di tutto, quattro. 
Le prime, illustrate in due differenti documenti, riguardano esperienze della Regione Emilia-Romagna; a seguire, l’esperienza della Regione Toscana curata dall'Istituto degli Innocenti; infine, troverete due esperienze (che proponiamo insieme) a livello comunale: quella di Piacenza e quella di Vigevano.
Ma andiamo per ordine:

1) EMILIA ROMAGNA
Il progetto pedagogico e la valutazione nei servizi per la prima infanzia. Le linee guida regionali.

Il progetto mostra una tradizionale struttura di welfare comunitario. In una regione dove la cooperazione spontanea si unisce all'intervento dell'ente pubblico. Vengono definiti qui "bene comune" sia i soggetti in crescita che quelli al tramonto. I primi come testimoni di futuro (giovani generazioni) mentre i secondi come depositari della memoria storica e del passato (terza età).
In questo senso la qualità negoziata, strumento essenziale di governance dal basso delle politiche educative per la prima infanzia, si definisce come strumento per:
  • la crescita dei bambini e l'accompagnamento ai saperi;
  • la conciliazione degli impegni di cura e di lavoro tra padri e madri;
  • favorire l'occupazione nel settore;
  • la costruzione di una comunità solidale inclusiva della rete parentale, estesa al contesto sociale in cui sono inseriti coppia e bambino;
  • prevenzione dell'insuccesso scolastico;
  • diffusione e rielaborazione della cultura dell'infanzia.
Il lavoro pedagogico necessario entro questa dimensione, che è complessivamente facilitante del processo di crescita, non può che darsi su tre livelli:
- cognitivo
- emotivo
- corporeo.
Naturalmente nella definizione della professionalità degli educatori (che passa dai titoli di studio agli standard strutturali minimi a garanzia di questa professionalità) la qualità negoziata e la professionalità degli educatori, a loro volta, concorrono nel definire quel rapporto tra valutazione formativa e processo di accreditamento che è strategico per le politiche della qualità nell'educazione della prima infanzia in Emilia-Romagna.
Questo rapporto strategico passa:
  • attraverso la condivisione degli assunti di base nella governance regionale
  • con una metodologia di lavoro (essenzialmente quali-quantitativa)
  • nella pubblicità di un sistema di progettazione valutazione (contenente indice regionale del progetto pedagogico, criteri di valutazione, indicazioni sulla predisposizione degli strumenti, indicazioni relative alla documentazione etc.)
  • nella certezza delle funzioni e degli impegni del coordinatore pedagogico.
Il documento integrale è reperibile cliccando qui

2) EMILIA ROMAGNA
Valutazione della qualità e regolazione del sistema dei servizi per la prima infanzia in Emilia-Romagna. Quattro tesi per una valutazione della qualità nei servizi educativi 0-3 anni. Monitoraggio della sperimentazione delle linee guida regionali.

Le tesi che vengono presentate nel documento, a cura della Regione Emilia Romagna, fanno parte di un percorso successivo all'elaborazione delle linee guida per la predisposizione del progetto pedagogico da parte dell'ente regionale. Operativo ma anche classico - tesi e monitoraggio si richiamano al concetto arendtiano di giudizio e a quello kantiano di giudizio riflettente - questo documento intende, testualmente, la politica come educazione. Intendendo così per politica la capacità di implementare gli ideali pedagogici (sempre testuale) e l'educazione come un processo politico di concretizzazione dei diritti di cittadinanza. La qualità viene così sottolineata come un processo negoziato. I presupposti teorici di questo lavoro si sintetizzano, di conseguenza, in questo modo:
Prima tesi: Valore di un processo integrato di autovalutazione.
La valutazione possiede almeno quattro attributi imprescindibili: 1) situata nella dimensione locale torna ciclicamente a livello regionale; 2) è processuale; 3) è partecipata; 4) è formativa. Il processo è considerato entro una alternanza di vincoli (procedurali) e di flessibilità (osservativa).
Seconda tesi: Il protagonismo dei soggetti, degli organismi coinvolti e le implicazioni del loro ruolo nel processo valutativo.
Valorizzazione dei protagonisti attori del processo di educazione. Equipe, coordinatore pedagogico, coordinamento pedagogico provinciale (CPP). Essenziali attori per calibrare standard qualitativi e quantitativi dell'intero processo.
Terza tesi: le condizioni imprescindibili della efficacia del processo di regolazione della qualità passano da un intreccio di standard qualitativi e quantitativi
Diviene così strategico il ruolo del coordinatore pedagogico nella funzione di auto ed etero valutazione.
Quarta tesi: la governance regionale serve per favorire il processo di regolazione della qualità.
In questo modo si tengono il fattore tecnico, politico e quello pedagogico.
Il monitoraggio delle linee guida regionali entro le quatto tesi prevede, a sua volta, quattro procedure cardine:
1) Articolazione del processo di monitoraggio. Nella quale, fasi e modalità di lavoro, definiscono i complessivi lineamenti procedurali;
2) Un ruolo definito dei Coordinamenti Pedagogici Provinciali nella sperimentazione;
3) Percorsi attivati nei territori con costruzione di strumenti, uso di dati quantitativi, qualitativi e quadro di sintesi;
4) Strategicità del punto di vista dei coordinatori pedagogici nel processo.

Il documento integrale è reperibile cliccando qui

3) TOSCANA
La qualità dei servizi educativi per la prima infanzia. Il nuovo sistema di valutazione dei nidi e dei servizi educativi integrativi.

La qualità dei servizi educativi per la prima infanzia è un documento - curato dalla regione Toscana e dall'Istituto degli Innocenti in collaborazione con decine di realtà locali - che si occupa del nuovo sistema di integrazione dei nidi e dei servizi valutativi integrativi.
Il testo, articolato con diversi contributi ma secondo una logica di insieme, definisce differenti piani di qualità nel Tuscany approach.
Prima di tutto delinea:
- l'importanza sistemica, per definire la qualità nei servizi per la prima infanzia, della raccolta dati e della costruzione di scenari del sistema dei servizi;
- la necessità e le modalità di implementazione del tema della qualità nelle strategie complessive della regione Toscana.
Successivamente definisce:
- le metodologie di lavoro per lo sviluppo del nuovo sistema di valutazione della qualità. Dove devono essere ben chiari
a) Obiettivi generali del progetto educativo;
b) Tempi e metodologie adottate;
c) Percorso di lavoro;
d) Modalità di analisi dei risultati prodotti dal gruppo e dalle azioni sperimentali;
e) La costruzione della guida agli strumenti prodotti per le politiche della qualità.
Divengono così centrali gli strumenti della rilevazione della qualità che coincidono con i luoghi stessi dell'educare ovvero
- Il Nido di infanzia, il Centro giochi educativo, il Centro Bambini Genitori di cui vanno sempre rispettivamente definite:
a) le modalità di intervista, osservazione e analisi documentale
b) la check list (che comprende accreditamento e requisiti di qualità) e il manuale di indicatori.
Allo stesso tempo, in modo circolare, la metodologia di costruzione e di garanzia della qualità dei servizi educativi per la prima infanzia riparte dai luoghi dell'educare, una volta scandagliati, per tornare alla governance regionale dell'educazione.

Documento, con ricca bibliografia e interventi dei vari autori, reperibile cliccando qui

4) PIACENZA E VIGEVANO
Facciamo notare l'importanza delle esperienze, a livello comunale, di Piacenza e Vigevano. 
Cominciamo da Piacenza. 
Progetto pedagogico e strumento di valutazione della qualità del coordinamento pedagogico provinciale di Piacenza.

Il Progetto pedagogico piacentino è definito in due parti. La prima dedicata ai valori e alle finalità dei servizi. La seconda allo Strumento di valutazione vero e proprioLa prima parte definisce tre principi guida o centralità: quella del bambino come persona, della famiglia come soggetto, della necessità della competenza professionale degli educatori.
- Il bambino è al centro della progettualità educativa
- la famiglia porta la propria specifica cultura educativa
- la professionalità delle educatrici e degli educatori rappresenta asse strategico dell'erogazione del servizio nonché asse portante dei valori di fondo.
La seconda parte definisce invece le Dimensioni e i criteri di qualità, di cui:
- Organizzazione del contesto educativo (spazi, materiali, tempi, relazioni, proposte educative);
- Criteri e modalità di partecipazione delle famiglie e del rapporto col territorio (relazioni con famiglie, genitorialità, definizione della comunità educativa);
- Criteri e modalità di funzionamento del gruppo di lavoro (Collegialità, formazione, coordinamento pedagogico, riflessibilità);
- Valutazione (sistematicità, valenza formativa). 

Documento reperibile, con un'ottima tabella su dimensioni e criteri di qualità, cliccando qui

Ed eccoci all’esperienza di Vigevano. 
Servizio Asili Nido e Prima Infanzia. Linee guida per la qualità Pedagogica degli Asili Nido Comunali.

Si tratta di linee guida che si definiscono per:
- percorso di lavoro
- punti di riferimento
- centralità dei bambini
- strategicità delle famiglie
- definizione del team educativo.
Il documento è di quelli da consultare per un preciso motivo: è forse il più "storico" e "vissuto" di tutti con la citazione dei diretti responsabili stilatori e raccoglitori dell'esperienza e delle metodologie di qualità per/negli asili nido di Vigevano. Allo stesso tempo le linee guida definiscono, con rigore tassonomico, la necessità di ogni nido di avere:
- una specifica programmazione educativa;
- una relativa analisi delle risorse disponibili;
- programmazioni di sezione;
- verifica educativa trimestrale.
Educatrici, genitori e famiglie trovano così entro queste quattro necessità del nido degli specifici indicatori di avvicinamento, e di rilevazione, della qualità desiderata e percepita in tutto l'arco programmatico del progetto pedagogico. Sicuramente si tratta di uno dei migliori elenchi di indicatori disponibili nel nostro paese.

Documento, con gli indicatori, reperibile cliccando qui

(a cura di Scifopsi-Teseo)


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